Cosa potreste fare con un coltellino svizzero e materiale di uso comune? Forse voi niente di speciale, ma c’è stato un personaggio che, da metà degli anni ottanta ai primi anni del novanta (1985-1992), era sulla bocca di tutti per la sua capacità più unica che rara di riuscire a sgominare un gruppo di ribelli, disattivare una bomba nuclerare, o salvare un ostaggio con il semplice uso del suo fido coltellino multiuso e ciò che aveva intorno.
Il biondo personaggio, lavoratore per la fantomatica fondazione governativa Phoenix Corporation, che vi presentiamo oggi a Recorder e che dà il nome alla serie è: MacGyver.
MacGyver, serie televisiva nata nel 1985 negli USA dalla mente di Lee David Zlotoff e trasmessa dalla ABC per sette anni e 139 puntate, racconta la storia di Angus MacGyver (Richard Dean Anderson), personaggio di cui si conosce poco, al soldo della fondazione presieduta da Peter Thornton (Dana Elcar), la già citata Phoenix, per il quale compie missioni pericolosissime atte a salvare vite umane, recuperare progetti governativi e distruggere possibili pericoli per il Suo Paese.
Il genietto protagonista della serie, conoscitore di tutto ciò che riguarda meccanica, fisica, chimica, è un uomo solo (i suoi genitori sono morti e scopre di avere un figlio soltanto nell’ultima puntata) che vive per il suo lavoro, oltre al rotondo e pelato Peter (che verso la fine della serie comincerà a perdere la vista fino a diventare cieco) ha un solo altro amico, il truffaldino Jack Dalton (Bruce McGill), pilota d’aerei, trasportatore illegale, che spesso lo mette nei guai, e un acerrimo nemico, indistruttibile, praticamente il suo doppio cattivo, il diabolico Murdoc (Michael Des Barres).
I punti focali del telefilm, che lo hanno reso famoso in tutto il mondo, sono essenzialmente tre: la grande creatività del protagonista, che odiando le armi da fuoco, deve inventarsi da solo i mezzi per portare a termine le missioni; l’umanità del protagonista, difensore della pace, serio e altruista; la velocità della narrazione ricca di azione, con piani studiati da un momento all’altro (simile per questo agli A-Team) e frequenti esplosioni spettacolari (altro punto di contatto con la squadra di mercenari al comando di Hannibal Smith).
La serie, che ha lanciato Richard Dean Anderson (protagonista anche di Stargate SG-1), giunta nel nostro Paese su Italia 1 e replicato un’infinità di volte, ha ricevuto grandi consensi dal pubblico, a tal punto da convincere la produzione a girare due film per la televisione, e dalla critica (candidato 4 volte agli Emmy Awards, vincitore del Genesis Award nel 1991 come miglior Tv-drama).
Concludendo: consiglio vivamente di riguardarlo, anche se storicamente e tecnologicamente ormai non più al passo coi tempi (computer giganti, muro di Berlino e guerra fredda), perché la creatività del protagonista tiene incollato lo spettatore per tutta la durata della puntata (come Patty e Selma de I Simpson) fino a quando o si diventa fan sfegatato o ci si alza in piedi mandandolo simbolicamente a quel paese.
Questo personaggio, ormai “storico”, è entrato nella mia vita quando ero ancora in tenera età e mi ha intrattenuto in quelle desolate mattine invernali. Per quanto mi riguarda, penso che mi ha avviato alla creatività e alla voglia di “creare”, per questo ogni tanto do a lui la colpa della mia sfrenata voglia di capire come funziona, riparare o progettare qualunque cosa. Importante svista è che il giovane Mac Gyver era un grande appassionato di okey!!! Ciao ciao!!
Grande Mac! Da piccola ho provato ad imitarlo…senza successo anzi, solo pericoli per i miei genitori! Cmq è un telefilm storico, fantastico ed entusiasmante!
gli potevano fare assemblare la duna a Mac Gyver
Confermo l’idea che mi sono fatto: MacGyver è l’idolo di tutti, un pò amato e un pò odiato a cui si potrebbe far di tutto, compreso assemblare un governo oer il nostro Paese
Magari! E pure salvare l’Alitalia!
Si scrive “MacGyver”, con la “A” e senza spazi 😉
@ Marianna:
Da notare nella foto che l’areo sembra proprio di Alitalia! XD
@ Lorenzo:
Hai ragione: all’interno del post l’abbiamo scritto senza spazi, ma purtroppo nel web italiano e non solo si trova scritto in mille modi differenti.
L’osservazione sull’aereo è geniale! 🙂