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Recensione: Ratatouille – il film perfetto è servito!

 

Che bello! Dall’inizio alla fine.

Ratatouille narra la storia di Remy, un topolino francese che riesce ad abbandonare la sua quotidianità e il suo passato da semplice topo per lanciarsi all’inseguimento del suo sogno: diventare uno Chef! Inizialmente con l’aiuto di Linguini, uno sguattero figlio del grande Auguste Gusteau, che manovra tipo burattino attraverso i capelli, poi nel momento più difficile, aiutato dai suoi fratelli e compagni topi.

Parallelamente si sviluppa la storia di Linguini, che grazie all’aiuto del piccolo roditore, diventa prima chef, poi proprietario del ristorante del padre, che dalla sua morte era stato gestito da un capo cuoco dedito solo al Dio denaro.

Linguini e Remy, insieme, riusciranno anche a convincere la critica più aspra, quella del critico Anton Ego, il primo con la sua umanità, il secondo, preparando una semplice Ratatouille, pietanza che dà il titolo al film.

Ratatuille è personalmente il miglior film d’animazione dell’anno: ottimo in tutti gli aspetti, mai noioso, stereotipato al punto giusto, simpatico, mai ridicolo, il film è candidato ai Golden Globe 2008 con Bee Movie e il film dei Simpson e seppur abbia gustato ogni minuto del film con l’ape protagonista e ogni fotogramma del film della fantastica famiglia gialla americana, credo che Ratatouille abbia qualche cosa in più in tutto.

Ho trovato eccezionali le riprese altezza topo, il montaggio veloce, le ambientazioni molto realistiche, la trama, che sviluppata male poteva risultare patetica, la caratterizzazione dei personaggi e il messaggio finale, che si potrebbe riassumere nella frase: spesso le cose semplici sono le migliori (Remy per stupire il critico sceglie di fare un piatto semplice, la Ratatouille).

Non è l’unico insegnamento che si può trarre dal film Pixar: in tutto il film troviamo pillole di saggezza come l’abito non fa il monaco (il cuoco Gusteau diceva infatti: tutti possono cucinare), chi non risica non rosica (sempre il saggio Gusteau diceva che guardandosi troppo alle spalle, si perdono le occasioni migliori e gli obiettivi), le bugie hanno le gambe corte (Linguini di fronte Ego non sa come comportarsi non essendo lui il creatore delle pietanze tanto amate dai commensali), bisogna imparare a conoscere gli altri (la diffidenza reciproca fra topi e uomini si dimostra sbagliata alla fine del film e se ne accorgeranno gli uni e gli altri).

Concludendo: il film ci insegna che tutto ciò che vogliamo fare nella vita dobbiamo farla con passione. Il film è fatto con passione, trasmette messaggi positivi, affronta temi attuali come la famiglia (il valore che hanno tutti i fratelli Topi per Remy) e la discriminazione (una cuoca femmina è discriminata all’interno della cucina), non delude in nessuno dei suoi centodiciassette minuti di perfezione.

Consigliato a tutti, compresi i più diffidenti nei confronti del genere d’animazione.

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