E’ sempre difficile per me, amante di film horror, come un bambino della cioccolata, trovare un film del genere, che lo sia veramente. In questo caso vi posso assicurare di averlo trovato: storia mai troppo scontata che crea domande e lascia allo spettatore il tempo di formulare delle ipotesi, scene di violenza pura che non arrivano sempre alla facile conclusione splatter e un finale negativo, fanno di Rec, il miglior horror degli ultimi mesi.
Le premesse ci sono tutte: riprese alla Blair Witch Project (a volte talmente ballonzolanti da far venire il mal di mare) e un regista, Jaume Balagueró (direttore di due film che ho trovato bellissimi come Darkness e Nameless e uno discreto, più conosciuto, di nome Fragile), specializzato nel togliere agli horror quella nota d’ipocrisia chiamata lieto fine (che troppo spesso rovina storie veramente paurose e le tramuta in farsa, come ad esempio It).
Andiamo con ordine: una giornalista televisiva alle prime armi viene inviata al comando dei pompieri per raccontare una delle loro notti tipo. Inizialmente, come prevedibile, non accade nulla. Ad un certo punto la telefonata tanto attesa: in un palazzo, i vicini di casa di una vecchietta, sentendola urlare come una pazza e non riuscendo a farsi aprire la porta, chiamano i pompieri per poter entrare e sincerarsi delle condizioni della signora anziana. Quella che poteva sembrare una delle solite e noiose serate di routine dei vigili del fuoco, si trasformerà in una vera e propria carneficina.
Dopo Blair Witch Project, dove il male si poteva solo intuire e non vedere e Cloverfield, dove il male sotto forma di mostro si vedeva, ma ci si guardava bene dall’avvicinarlo, Rec porta il male davanti alla telecamera dandogli tutte le connotazioni peggiori: menzognero, violento, umano e imbattibile.
Attraverso un climax di emozioni forti e la palesata certezza che i protagonisti non potranno salvarsi (il palazzo verrà sigillato per motivi di sicurezza nazionale), Balagueró regala settanta minuti di tensione, che in parte, ma fortunatamente solo in parte, il doppiaggio italiano (ottimo, ma l’originale in presa diretta è altro) cancella: ogni scena è potenzialmente horror, perché il male è rinchiuso insieme alla gente comune, ai pompieri e alla troupe televisiva, tra le quattro mura del palazzo e si cela, come in tutti i film del regista, dietro le sembianze che meno lo spettatore si aspetterebbe (una vecchia, una bambina, un cane).
Rec, come Cloverfield, non è giudicabile a livello di interpretazione (infatti il cast è formato da anonimi attori) e se ha qualche pecca, ce l’ha nel lasciare troppo spazio all’immaginazione dello spettatore, senza dare tutte le risposte che giustamente uno che ha pagato il biglietto del cinema si meriterebbe (ci sarà un seguito?).
Concludendo: Rec è un film da vedere assolutamente, consigliato principalmente agli amanti degli horror puri e a chi non è debole di cuore.
Ora, dopo Cloverfield e Rec, però, evitiamo di inflazionare le riprese in movimento, con telecamera a mano.
“Mentre voi dormite” si accende la telecamera e parte la registrazione.Rec è una pellicola molto interessante,un vero horror che fa balzare dalla poltrona e fa lanciare pop corn in aria, è come lo space vertigo di Gardaland che se durava un secondo di piu si muore di infarto.Un inizio in punta di piedi per poi alzare il tono minuto dopo minuto.Riprese in movimento,claustrofobiche,Pablo il cameramen è il nostro occhio.E’ un film molto realistico e ben costruito, trascina lo spettotre in una dimensione onirica ma nello stesso tempo reale:tutto accade perche sta accadendo.Rec é una lezione su come si fa cinema!!
Gran bel film…specialmente la parte in cui il male trionfa!
Mi son rotta dei soliti film in cui il male perde, non è così che vanno le cose, i film Horror sono tutto meno che Horror…
Premetto che ho avuto una specie di sesto senso su questo film, già immaginavo che fosse all’altezza delle mie aspettative e Jaume Balaguerò le ha confermate. Film horror strepitoso all’insegna dell’orrore puro e realistico, non come i b-movie usciti nell’ultimo decennio. Il regista porta letteralmente a spasso gli spettatori nella location macabra e claustrofobica della palazzina dove si svolge il lungometraggio, dando a tratti l’impressione di stare in una casa stregata del luna park, specialmente nell’ultima mezzora. Pellicola riuscitissima dove Jaume ti mette faccia a faccia col male dando a te la possibiltà di essere il protagonista. Quindi accorrete tutti al cinema, ve lo consiglio vivamente! Io dopo averlo visto non ho più pensato alle donne, cosa abbastanza insolita per me, ma pensavo solo a REC figuratevi 🙂 mi è rimasto troppo impresso. Da spettatore spero che facciano il seguito, da amante del cinema no perché rovinerebbero il fascino di questo film. Purtroppo il LUCRO TAGLIA LE GAMBE ALLA POESIA ma staremo a vedere.
Grazie della tua testimonianza Arvaro! Le tue parole sono sentite e meglio di qualsiasi della recensione!