Da questa sera su Canale 5 alle 23.30 andrà in onda Storie di donne, il nuovo programma di Mario Giordano e Alberto D’Amico dedicato all’universo femminile, al coraggio e alla determinazione delle donne nella vita, nello sport e nel lavoro.
Per otto settimane, donne famose e comuni si racconteranno per la prima volta senza filtri, in modo inedito e intimo: sole, davanti alla telecamera, le protagoniste delle storie, rivivono i loro momenti felici e quelli bui, le debolezze e le genialità, le speranze e i sogni. L’obiettivo del programma è quello di descrivere, attraverso immagini e parole inedite, storie di madri, figli, suore, manager, prostitute, casalinghe, senza giudizi, puntando a riflettere e approfondire il mondo femminile e cosa voglia dire essere una donna oggi.
Tra le protagoniste della prima edizione ci saranno Eleonora Pedron, Mara Maionchi, Alessandra Borgonovo, Benedetta Parodi, Fiona May, Sara Simeoni e la sorella di Stefano Cucchi. La Pedron, compagna del centauro Max Biaggi, ricorda la morte improvvisa di suo padre e di sua sorella a causa di due incidenti stradali:
A volte mi sforzo, quasi mi impongo, di non ricordare. Sicuramente il ricordo più bello, quello che mi è rimasto più impresso riguarda mio padre, era orgoglioso e credeva in me. La forza con la quale riesco a superare situazioni di estremo dolore, penso di averla ereditata proprio da lui. Da un lato mi piace avere una marcia in più, dall’altro sono molto arrabbiata perché non volevo crescere così in fretta.
La produttrice discografica Mara Maionchi rivela:
Dico sempre una cosa intelligente, cioè che si può cambiare, ma secondo me io non sono mai cambiata.
Alessandra Borgonovo, figlia dell’ex calciatore della Fiorentina Stefano, oggi malato di sclerosi laterale amiotrofica, dice:
Per me essere donna vuol dire crescere accanto ai propri affetti senza mai arrendersi. Inizialmente mostrare le condizioni di mio padre mi metteva a disagio. Mi ci sono voluti 4-5 mesi prima di parlarne. Il rapporto con lui è cambiato col progredire della malattia specialmente da quando ha perso l’uso della parola.
Mario Giordano spiega il format a Il Giornale:
Volevamo donne che si raccontassero in presa diretta, basta con la sovraesposizione di giornalisti con un microfono in mano. Il lavoro giornalistico per realizzare la trasmissione ovviamente c’è ed è tantissimo, ma la cosa bella è proprio il fatto che non è immediatamente visibile.
Se volete raccontare le vostre storie potete farlo collegandovi al sito di Tgcom dove è disponibile una pagina web in cui è possibile segnalare le proprie esperienze di vita.