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Ballarò su Raitre la nona edizione

Questa sera su Raitre riparte Ballarò, il programma d’approfondimento giornalistico condotto da Giovanni Floris che, attraverso servizi, sondaggi e dibattiti con ospiti in studio, tratterà di temi di attualità e politica.

Ad aprire le puntate della nona edizione ci sarà ancora una volta Maurizio Crozza con la sua copertina satirica.

Giovanni Floris sta lavorando su una novità, la realizzazione di spot che pubblicizzino valori sociali. Se si faranno (dipende dai soldi che mette a disposizione la Rai), li vedremo durante la trasmissione a partire da gennaio o febbraio.

Il direttore di Raitre Paolo Ruffini, presentando il programma, ha detto (fonte Ansa):

Il bello della democrazia è avere idee diverse e confrontarsi. Avremmo voluto partire prima. Ma non è stato possibile. Ora andremo avanti senza censure, autocensure e falsi pudori.

Paolo Ruffini ricorda tutti i rifiuti ricevuti dalla dirigenza Rai alla richiesta di far partire prima Ballarò:

Raitre aveva chiesto che Ballarò partisse il 7 settembre, in anticipo di una settimana. Ma l’azienda ha preferito mantenere immutata la programmazione. Quel giorno Fini era ospite di Mentana al tg de La7. Noi invece siamo andati in onda con una replica del Circo. Ad agosto la richiesta di andare in onda con una puntata speciale, quando è nato il gruppo di Futuro e Libertà. Ma l’azienda ha deciso che era meglio di no, che per informare bastavano gli spazi che le testate avevano concesso e a Linea Notte di allungarsi per una settimana. Poi c’é stato il discorso di Mirabello. Abbiamo chiesto di partire il 7 settembre, ma l’azienda ha detto no perché non voleva variare il palinsesto.

Nella puntata odierna si parlerà della maggioranza (è efficiente? E’ in grado di governare? Esiste un’alternativa?), in compagnia di Anna Finocchiaro (PD), Pierferdinando Casini (UDC), Nichi Vendola (Sinistra e libertà), Maurizio Lupi (PdL), Fabio Granata (FLI), Gianni Riotta (direttore Sole 24 ore), Alessandro Sallusti (condirettore del Giornale), e Nando Pagnoncelli (presidente Ipsos). Forse potrebbero esserci, almeno in diretta telefonica, anche Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi.

Se siete tra quelli che hanno premiato il programma con un ascolto medio del 15,72% di share, non perdetevi anche quest’anno ogni martedì alle 21.05 Ballarò.

68 commenti su “Ballarò su Raitre la nona edizione”

  1. CONSIDERAZIONI DI UN COMUNE CITTADINO

    Il solo modo per governare bene un Paese è farlo nell’interesse della Nazione e dei suoi cittadini, a cui tutte le istituzioni devono rispetto e dignità qualunque sia la loro condizione.
    Banale ma…. quello a cui stiamo assistendo dimostra, senza ombra di dubbio che questo obiettivo non rientrava in quelli di chi ha governato l’Italia negli ultimi trent’anni.
    Gli stipendi più bassi ma i politici più pagati e con più privilegi d’Europa, una indicazione la danno.
    La crisi economica mondiale era ovviamente prevedibile, perché a lungo andare, consentire di vendere carta straccia non poteva avere altro finale tragico, un conto è il libero mercato altra cosa il far west.
    Sarebbe stato sufficiente che una decina di anni fa, vista la deriva intrapresa, si fosse dato un minimo di regole alla finanza e più valore all’economia reale, quella che produce e crea dignitosi posti di lavoro.
    La speculazione è sempre e solo fine a se stessa, sostenerla è criminale perché come fina non può avere altro che togliere a tanti a vantaggio di pochi.
    Tragico paradosso i Governi del mondo che hanno consentito questo, non sono più in grado di contrastare una situazione che genera danni sociali ed economici disastrosi, ai loro stessi Paesi.
    In particolare in Italia si doveva avere attenzione per i comparti che danno più occupazione, non godono di incentivi, contributi, agevolazioni, pagano più tasse, hanno meno credito e su quel poco pagano interessi più alti.
    Purtroppo conosciamo l’interesse dei nostri politici nel “dispensare” incentivi, agevolazioni, contributi e quant’altro.
    L’imprenditoria di relazioni, il “ pesare” le azioni, i patti di sindacato hanno consentito a qualche decina di famiglie di spadroneggiare, inaridendo di fatto industria ed economia italiana.
    Tant’è se l’Italia è messa molto peggio degli altri, è dovuto ad una misera classe politica che ha pensato solo al potere ed all’arricchimento personale, dilapidando senza ritegno tutto il possibile.
    Opere inutili o inutilizzate, scuole e palestre che cadono a pezzi, mancanza di asili ed un corpo insegnante mortificato, rendono l’idea.
    Se i politici italiani avessero profuso nel compito nobile che dovrebbero

    assolvere, solo la metà dell’energia e del tempo che dedicano a giustificarsi,
    l’Italia avrebbe avuto ben altra storia.
    Il risultato è sotto gli occhi di tutti e non ci sono scuse per nessuno, sindacati
    compresi, perché nessuna giustificazione potrà abbassare l’enorme debito
    pubblico, risultato di decenni di comportamenti infedeli, ruberie, malaffare, privilegi e pensioni di ogni tipo e misura.
    Con creazione di enti e società inutili, di poltrone per incompetenti ben pagati, l’elaborazione di una farraginosa burocrazia che invece di garantire diritti ed uguaglianza per i cittadini e controllo dell’apparato statale, è strutturata per poter sovvertire i fattori senza la responsabilità di nessuno, garantendo un enorme serbatoio di voti e corruzione.
    Nel 2001 il debito ammontava a circa due milioni di miliardi di lire, (euro mille miliardi) dieci anni dopo è di duemila miliardi di euro.
    Voler etichettare come antipolitica il giusto e diffuso disprezzo della gente per i politici ed il loro apparato, è una trovata dialettica, come cambiare il nome ai partiti invece di allontanare personaggi meschini e maneggioni.
    Queste parole fanno indignare i parlamentari, anche se il diritto spetterebbe solo ad una piccola parte, a questi dico che avrebbero dovuto indignarsi molto di più in tutti questi anni, contro i loro colleghi che approvavano leggi truffaldine e volutamente contraddittorie, avevano comportamenti e frequentazioni disdicevoli, consentivano o partecipavano al malaffare.
    Alla parte sana che può obbiettare di non aver avuto i numeri per impedire tutto questo, rimprovero di non averlo denunciato con forza, dando modo ai cittadini di conoscere la realtà del sottobosco.
    E qui i media hanno molta responsabilità, ma ovviamente l’Informazione, quella con la I maiuscola la si può avere solo se libera da condizionamenti politici e finanziari.
    La verità è che, chi in un modo chi in un altro, al banchetto hanno mangiato tutti e vogliono continuare a farlo ed a farlo fare, per una reciproca protezione.
    Moralità e legalità si trasmettono solo con il buon esempio e gli italiani n’è hanno avuto ben poco ed in tempi ormai remoti.
    Noi italiani siamo stati educati a votare con il cuore e l’ideologia, diventando dei tifosi politici, perdendo l’obiettività e la giusta capacità critica, garantendo così a chi governa di non pagare politicamente neanche per un comportamento indecente.
    Magari non ci fosse bisogno della magistratura e delle, anche se solo

    conseguenti, indiscrezioni giornalistiche per conoscere le porcate dei politici.
    Egregio Professor Mario Monti grazie per essersi fatto carico di raddrizzare la situazione e di attuare i necessari cambiamenti, ma non rallenti la Sua azione
    con disegni di legge che mettono in imbarazzo i politici, continui dritto per la
    strada intrapresa con i Decreti Legge, così da consentire ai politicanti di assolversi nei confronti dei loro tifosi, scaricando su di Lei tutta la loro ipocrisia.
    Quanto fatto fin qui era ovviamente necessario principalmente per l’immagine internazionale dell’Italia, ora però La pregherei di pensare soprattutto alla situazione interna, per infondere un po’ fiducia ed un minimo di speranza ai più,
    facendo stare un po’ meno di strabenissimo qualche migliaio di agiati ed un poco
    meglio qualche milione di cittadini.
    Pagare in BOT le seconde e terze pensioni di chi non le ha accumulate o se l’è assegnate, potrebbe aiutare chi di pensione percepisce cinquecento euro e deve fronteggiare bollette energetiche (a cui va messo un freno) e non solo, che aumentano mensilmente.
    Per aiutare da subito chi ha bassi salari, si potrebbe spalmare nei dodici mesi la tredicesima e la quattordicesima, domani dirottare qualche punto di cuneo fiscale a favore del dipendente, dopodomani inserire mensilmente la quota del tfr, così da consentire al lavoratore di disporre e godere del proprio sacrificio, a maggior ragione ora che la pensione la si vede oltre l’orizzonte.
    Quindici milioni di famiglie possono certamente muovere un po’ di economia.
    Un paio di centinaia di euro sono nulla per molti, ma significano sopravvivenza e dignità, se non addirittura allontanamento dall’indigenza per milioni di persone.
    Il rigore che ora pesa troppo solo su una parte, mi auguro si estenda al più presto a tutto e tutti, si può comprendere la difficoltà per crescita ed occupazione, ma è inammissibile il ritardo su equità e tagli e non può trovare assolutamente giustificazioni.
    Difficile capire i balbettamenti su farmacie, IMU non dovuta dalle fondazioni, privilegi ed altissime remunerazioni, auto blu e scorte assurde, con la liberalizzazione delle licenze dei bar o della vendita dei giornali che non porta vantaggi ai cittadini ma impoverisce quarantamila famiglie.
    Un buon servizio ai cittadini lavoratori, lo si potrebbe dare aprendo due volte al mese il Sabato e la Domenica, e con orari diversi in alcuni giorni della settimana, gli uffici comunali, regionali, camera di commercio, prefettura ed altro, così da usufruirne anche senza perdere ore o giorni di lavoro.
    Se i partiti spendono un quarto di quanto rimborsato, si finanzino per un

    quarto, se i parlamentari versano al partito due tre mila euro al mese , si riduca
    l’indennità di un importo analogo e/o si azzerino tutti i benefit.
    C’è gente che muore al pronto soccorso, mentre ai parlamentari rifondono ogni
    tipo di fattura medica e risarciscono improbabili furti subiti alla Camera.
    A noi non concedono il mutuo che a loro viene erogato al tasso del 1,50%.
    Senza etica non si promuovono misure giuste per i poteri forti.
    Ritengo siano necessari tagli molto rigorosi e senza distinzione, che riguardino tutto il sistema Italia, pensando al debito ed alla media europea, ma avendo l’attenzione di programmarli con modalità e tempi che riducano al minimo i conseguenti inevitabili disagi, impostandoli però senza possibilità di ritorno.
    L’esperienza e le dimostrate capacità del dott. Bondi, sono certamente un’ottima garanzia perché venga tracciato un realistico percorso difficilmente contestabile.
    Credo che il nostro Paese possa ripartire solo con la riduzione di costi, sprechi ed un rapido abbattimento del debito, quattrocento / cinquecento miliardi con la vendita di parte del patrimonio e dell’oro giacente, (sempre che ci sia ancora) il risparmio conseguente libererebbe risorse per lo sviluppo e autofinanzierebbe il suo dimezzamento nei prossimi dieci anni.
    Ma prima è necessario tagliare molte mani, ed approvare norme per limitarne la ricrescita, altrimenti ricrescerebbe il debito e non ci sarebbe più il capitale.
    Fomentare la gente contro Equitalia, da parte di chi l’ha istituita e dotata degli strumenti per agire, potrebbe risulta soltanto bizzarro, ma può tradursi nel sequestro di quindici persone per non pagare un canone RAI sgradito, o in altro.
    Lo sconforto, il disagio, la disperazione, possono facilmente tramutarsi in rabbia che raccolte da chi ha interessi diversi, può essere pilotata per altri scopi.
    Egregio Presidente del Consiglio, Lei non ha bisogno del consenso dell’ elettorato, imposti quindi quanto necessario, ma anche quanto giustamente sollecitato dei cittadini.
    Metta a nudo di fronte agli italiani chi vuole mantenere la status quo.
    Avremmo tanto voluto che almeno una parte di tutti quei suggerimenti, quelle richieste quotidiane manifestate con ovvietà, saggezza, equilibrio, da illustri esponenti dei partiti, fossero state concretizzate per tempo da loro quando erano al comando, così da evitarci questa drammatica emergenza.

    Grazie.
    Roberto Passone
    Via Podgora 25
    33100 UDINE
    cell. 338 7752263

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